Honfleur. Giocare con i colori e il grandangolo.
Prendere in mano, testare, comprendere le caratteristiche della propria attrezzatura fotografica
Il gioco più bello per un appassionato di fotografia
Ammettiamolo: qualsiasi fotografo / fotografa ama alla follia la sua attrezzatura.
Ore e ore spese online per cercare di carpirne i segreti, i test delle riviste specializzate, i pareri positivi o negativi scritti da altri.
Pareri che in molti casi, se letti con attenzione, fanno emergere il serio dubbio che l’autore abbia mai avuto in mano l’oggetto di cui scrive (ma questa è una delle caratteristiche tipiche della rete).
La macchina o gli obiettivi diventano una parte intima di chi li acquista. Una parte quasi sempre amata al limite dell’idolatria, a volte odiata quando non si riesce a sfruttarne le potenzialità. L’emozione di prendere per la prima volta in mano una lente – nuova o usata che sia – è fortissima e la fantasia vola verso quella foto che “avrei sicuramente potuto fare se avessi avuto quest’ottica!”. Peccato che “Sicuramente” sia morto ormai da tempo e che la realtà sia molto diversa.
Infatti, ai primi scatti, ci sono ottime possibilità di atterrare in un bagno di sana realtà con la stessa delicatezza di un sasso in una pozza di fango quando si comprende che l’obiettivo “magico” da solo non fa miracoli. Quello è il momento in cui inizia il cammino per conoscerlo e imparare a sfruttarlo per ottenere la foto di cui sopra.
Io amo in particolare due tipi di lenti che hanno caratteristiche e usi diametralmente opposti. Grandangoli e teleobiettivi. Più sono spinti verso gli estremi (almeno rispetto ai miei budget di fotografo non professionale) e più mi affascinano.
Durante l’estate di alcuni anni fa, nella meravigliosa cittadina normanna di Honfleur ho tentato questo scatto per il quale – umilmente – ho cercato di sfruttare le due caratteristiche principali di un grandangolo spinto: forte distorsione prospettica e grande profondità (sia di campo che percettiva) grazie alla dilatazione dei piani del soggetto.
I colori di questa terra benedetta, la sua luce incredibile insieme all’attrezzatura sembra abbiano scelto di collaborare e abbiano ottenuto insieme un risultato che mi pare accettabile. Bontà loro e grazie a tutti.
Io mi sono divertito tantissimo e dopo lo scatto mi sono sentito come un bimbo con in mano la scatola di soldatini nuovi.
Geolocalizzazione: 49°25’12.708″ N 0°13’56.399″ E
Obiettivo: 12 mm. su 12-24 mm.
Tempo: 1/200
Diaframma: f/9
ISO: 100
