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Bianco e nero - Francia - Port en Bessin - Les coquilles Saint-Jacques

Madre Natura, più forte dei danni dell’uomo.

L'uomo a volte manca del minimo rispetto a Madre Natura. Ma Lei riesce a creare bellezza da tanto danno.

Ordine perfetto da tanto disordine.

C’è una cosa molto difficile per il moderno fotografo digitale: ottenere belle foto in bianco e nero che non siano solo conversioni di scatti a colori brutti o banali.

Siamo abituati e storditi dagli scatti dai colori pompatissimi fatti con i cellulari o le varie action cam. Il bianco e nero invece, richiede il difficilissimo esercizio di non “vedere” il soggetto a colori prima di scattare, ma di immaginarlo direttamente in bianco e nero.

E per avere un bello scatto di questa tipologia occorre ricercare (almeno) due caratteristiche fondamentali: contrasto e trama ricca di dettagli.

Abbastanza facile a dirsi, difficilissimo da fare tant’è che diversi grandi professionisti ammettono con onestà che faticano a scattare in questa modalità in modo regolare.

Qualche estate fa sono capitato per caso nella cittadina francese di Port en Bessin, dove sono alle prese con un grosso problema conseguenza di un folle comportamento umano. Questa città è rinomata per la pesca delle capesante che là chiamano Coquille Saint Jacques e che i media francesi quantificano in decine di (!) tonnellate all’anno. Malauguratamente i locali hanno la pessima abitudine di non smaltire correttamente i gusci vuoti delle conchiglie perché costa troppo, ma di gettarli semplicemente sulla spiaggia.

Il “problemino” è che sono ormai in tale quantità da coprire la sabbia con uno spessore che in alcuni punti è di gran lunga superiore al metro.

In questa dissennatezza, Madre Natura è intervenuta con la mano del più folle ma anche meticoloso degli artisti. Infatti i gusci sono stati ordinati a milioni dalla marea uno a fianco dell’altro, tutti perfettamente in verticale, creando uno spettacolo meraviglioso e incredibile.

Camminando su questo tappeto magico, incantato da quanto i miei occhi faticavano a credere, ho abbassato lo sguardo verso i miei piedi.

E in quel momento tutte le possibili luci rosse e i campanelli di allarme insieme al dna di mio padre hanno iniziato a suonare all’unisono gridandomi: “bianco e nero!”.

É nata così questa pazza foto; non so se sia una buona foto, ma a me – pensata in bianco e nero – è piaciuta e ho pensato di pubblicarla.

 

 

Geolocalizzazione: 49°20’58.037″ N 0°45’15.156″ W

Obiettivo: 19 mm. su 12-24 mm.

Tempo: 1/60

Diaframma: f/5,6

ISO: 100

Città - Francia - Port en Bessin

É tempo di lavorare

Quando gli altri risposano, i pescatori escono in mare

Le luci del porto in una notte di calma assoluta

Trovo affascinante osservare come durante una giornata, il risposo di alcuni si confonda con il lavoro di altri in un’alternanza senza fine.

I ritmi di vita di una cittadina che vive principalmente di turismo e di pesca, sono scanditi da queste due attività che si susseguono durante lo scorrere di una giornata. In particolare nel nord della Francia, dove a parte qualche eccezione, il concetto di vita notturna mi è apparso assai diverso, certamente più breve, da quello mediterraneo.

Durante le ore di sole, i negozi, le strade e quasi ogni angolo pullulano di persone intente a compiere le loro attività in fondo legate al ciclo del sole. Poi giunge il momento nel quale la fase della vita professionale o di piacere tipicamente diurna si placa progressivamente esaurendosi insieme a quello dei ristoranti o dei locali notturni.

Infine inizia il tempo di chi tipicamente di notte lavora: i pescatori e con loro sembra di assistere agli attimi precedenti un concerto. Prima “accordano” i loro strumenti e subito dopo, in perfetta sincronia, iniziamo a suonare e quindi a uscire dal porto.

In pochi minuti la tranquillità che regnava sovrana, viene interrotta dalla partenza in rapida successione dei pescherecci verso il mare aperto per svolgere le attività di pesca. Poi tutto torna assolutamente calmo e il silenzio torna a regnare interrotto solo da qualche cane.

Sono attimi strani nei quali calma e frenesia si sovrappongono più volte in rapida successione, quasi in una sorta di spettacolo teatrale.

In questa occasione la partenza delle barche mi ha colto impreparato mentre passeggiavo incantato dall’incredibile apparente calma di un porto canale in Normandia.

Le luci in particolare mi avevano colpito grazie questa volta al contrasto tra le lampade con tonalità tendenti al giallo dei lampioni stradali, e le lampade a led delle luci installate sulle barche e che invece tendono decisamente al bianco / azzurro.

Ho provato a scattare con un tempo lungo che fortunatamente il treppiede mi ha permesso di usare, per tentare di evidenziare la sostanziale immobilità dell’acqua del canale contro il movimento del peschereccio che stava uscendo dal porto e… sono stato molto, molto fortunato.

Le tre doppie strisce delle luci di via dell’imbarcazione (bianca, rossa e verde) e la a magia dell’ora blu dopo il tramonto hanno regalato la casualità dell’ultima pennellata di magia.

 

 

Geolocalizzazione: 49°20’48.989″ N 0°45’15.414″ W

Obiettivo: 24 mm. su 12-24 mm.

Tempo: 2″

Diaframma: f/4

ISO: 100

Città - Francia - Port en Bessin
Paesaggi - Francia - Étretat

C’è sempre una prima volta.

C'è sempre una prima volta

Il mio primo viaggio in assoluta solitudine

Dopo una vita insieme, all’improvviso, viaggiare da soli.

Nella vita ci sono per tutti diverse “prime volte” e nell’estate 2019 ho avuto il mio primo viaggio in assoluta solitudine. La mia prima vacanza senza la mia famiglia.

Ho deciso allora di tornare in una terra che ho conosciuto e amato molti anni fa: la Normandia. Ho pensato però di visitare anche luoghi che non conoscevo e quindi il mio viaggio è iniziato sulla costa atlantica nella meravigliosa cittadina di Étretat.

Non avendo, per scelta, fatto prenotazioni di sorta, per eventuali “emergenze” e per antica passione ho portato con me la mia tenda da campeggio che invece è poi diventata per tutto il viaggio piacevolissima culla per riposare dopo le fatiche del giorno. In quella regione si trovano campeggi bellissimi dove pulizia e rispetto reciproco sono a livelli impensabili per “i mediterranei”  e che anche a livello comunale, offrono a chi abbia voglia di provare un alloggio per qualche giorno diverso dal solito albergo, una piacevole alternativa di sosta. Peraltro in zona sono comunque molto varie le possibilità di pernottamento sia negli hotel, sia nelle bellissime case private dove è possibile, a un prezzo assolutamente ragionevole, godere del caldo e pacato stile di vita (e delle enormi colazioni!) dei normanni.

Fécamp è un piccolo gioiello, incredibilmente pulita e ordinata come del resto tutta la Normandia, ed è adagiata su di una spiaggia di piccoli sassi letteralmente schiacciata tra altissime scogliere a Nord Est e a Sud Ovest. La marea qui davvero molto alta e non viene subito percepita dal visitatore a causa del digradare del fondo del mare inizialmente molto dolce. Ma basta leggere i cartelli di avvertimento e soprattutto visitare gli spazi sopra le alte scogliere per rendersi conto di quanto possa essere pericoloso allontanarsi dalla battigia verso le falesie senza aver prima consultato le tabelle delle maree. Nell’arco di pochi minuti i varchi per tornare al sicuro vengono irrimediabilmente chiusi dal mare che monta. Un volta compreso è affascinante, ma fa comunque paura.

Un altro aspetto che mi ha colpito sono i ritmi di vita della città, che alla sera sono inversamente proporzionali alla durata dei tramonti. Questi infatti sono dolcissimi e quasi infiniti e i Francesi si siedono numerosi sulle panchine del lungomare a godersi lo spettacolo di Madre Natura.

La prima sera, dopo gli scatti tentati fino all’ultimo minuto dell’ora blu, guardo l’orologio e penso “Bene, sono le 23,30, mi sono guadagnato la giornata, è ora di pensare alla cena”. Peccato che rientrato nelle stradine adiacenti la spiaggia tutti i locali fossero incredibilmente chiusi. Niente, tutti a dormire! Sono stato salvato da una creperie nella quale per la prima volta ho assaggiato le meravigliose galettes che sono una bomba calorica e che, accompagnate da un paio di bicchieri di vino, mi hanno permesso una splendida notte di riposo.

L’altro aspetto meraviglioso e davvero incredibile – per un apprendista fotografo – è la luce di questi posti. Quasi sempre relativamente bassa sull’orizzonte, mai troppo forte, a volte velata dalle nuvole, è l’ideale per tentare fotografie ricche di ombre e grandi dettagli. Cambia in continuazione e permette di scattare nello stesso punto magari più volte e in condizioni molto diverse. L’unico aggettivo che mi viene in mente è magica, assolutamente magica.

Qualcosa che ora nel freddo dell’inverno, ritorna prepotente nei ricordi.

Questa è una delle prime foto ed è stata ripresa dall’alto della scogliera sul lato a Sud Ovest della città.

 

 

Geolocalizzazione: 49°42’14.819″ N 0°11’22.89″ E

Obiettivo: 20 mm. su 12-24 mm.

Tempo: 1/400

Diaframma: f/9

ISO: 100

Paesaggi - Francia - Étretat
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